07/06/2023
Io sono l'acqua.
Mi conosci da sempre.
Sono l'origine della vita, anche della tua.
Sono io che disseto la terra e gli uomini bagno le foglie degli alberi e i tetti delle case, mi addenso nei ghiacciai, scorro libera nei fiumi riempio mari e laghi.
Sono io che sostengo le navi dei marinai e le barche dei pescatori, che d'inverno cado cristallizzata in candidi fiocchi, per la gioia di bambini e bambine, che in estate piovo dal cielo in acquazzoni improvvisi che profumano il grigio delle strade di città.
Anche il tuo corpo è fatto di me, di me sono fatti il tuo sangue e le tue lacrime, la tua saliva e il sudore dei tuoi figli e figlie quando giocano e corrono liberi nei prati.
Sono l'acqua benedetta delle chiese e quella pagana dei boschi, in cui vivono e nascono le fate.
Sono l'acqua che si trova negli acini d'uva, nella Garganega e nel Corvina, sono quella che rende dissetanti le pesche e l'anguria, sono nel caffè che bevi la mattina, prima di tuffarti in una giornata sempre troppo complicata, sono nella pentola in cui cuoci la pasta e in quella nella quale, in tempo di guerra e di carestia, si scaldano le minestre di sassi e di radici.
Sono nella malta che tiene insieme le case, sono pure la stessa che s'infila fra le crepe e le allarga, che i muri riesce a sgretolarli con pazienza, sono la salvezza che penetra nei formicai dopo una pioggia di giugno, la rugiada sui fiori al mattino che disseta le api.
Ma sono anche forza primigenia e inarrestabile.
Estratto articolo L'Arena di Matteo Bussola.